Ai fini della determinazione della competenza territoriale con riferimento ai reati associativi rileva il luogo in cui si manifesta e realizza l’operatività del sodalizio criminoso (G.i.p. Varese, ord. 11 gennaio 2017).
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Ai fini della determinazione della competenza territoriale con riferimento ai reati associativi rileva il luogo in cui si manifesta e realizza l’operatività del sodalizio criminoso (G.i.p. Varese, ord. 11 gennaio 2017).
Perché possa ritenersi integrato un reato transnazionale occorre innanzitutto accertare il coinvolgimento di un “gruppo criminale organizzato”, così come inteso dall’art. 2 della Convenzione delle Nazioni Unite che lo definisce espressamente come “gruppo strutturato, esistente per un periodo di tempo, composto da tre o più persone che agiscono di concerto al fine di commettere uno […]
In tema di reati associativi, la condotta del singolo si deve risolvere in una stabile “adesione”, nel senso di “messa a disposizione”, di “impegno” a prestare la propria opera a favore dell’organizzazione ove e quando necessario e ad un semplice comando della stessa. Una volta acclarata la sussistenza di tale adesione impegnativa e solenne, di […]
La prova della partecipazione all’associazione può trarsi anche dal movente di singoli episodi delittuosi di cui sia accertata la natura di reati-fine rispetto all’azione complessiva del sodalizio (Trib. di Bari, sez. II, 16.07.2012, n. 1558/12, caso “Arkeon”). Pur sussistendo assoluta autonomia tra il delitto di associazione per delinquere e reati-fine commessi dagli associati, non può […]
Laddove esista un organismo a se stante con finalità criminose che sia pericoloso per la collettività e l’ordinamento per il solo fatto di esistere, è integrato il reato di cui all’art. 416 c.p. a prescindere dai singoli fatti-reato (G.U.P. di Busto Arsizio, 22.02.2005, n. 107, caso “Bestie di Satana”). Ai fini della configurazione del reato […]
Se pure pare ineccepibile sul piano logico escludere la indefettibile necessità di una struttura gerarchica, in concreto , sarà spesso assai utile, sul terreno della prova, inferire l’esistenza di un’associazione criminosa, e di ciò che ne costituisce il suo nucleo essenziale (ossia un serio accordo finalizzato alla commissione di una serie indeterminata di delitti), proprio […]
Perché possa ritenersi sussistente l’elemento soggettivo in capo al singolo membro dell’associazione, occorrerà accertare la coscienza e volontà del singolo di apportare il contributo richiesto dalla norma incriminatrice. La volontarietà dell’azione dovrà, inoltre, essere accompagnata dalla consapevolezza di partecipare e contribuire attivamente, con il predetto contributo, alla vita dell’associazione e di essere a conoscenza dello […]
Mentre nel concorso di persone nel reato continuato l’accordo criminoso viene stretto in via occasionale e limitata, in quanto diretto soltanto alla commissione di più reati determinati, ispirati da un unico disegno criminoso, nell’associazione per delinquere l’accordo è invece finalizzato all’attuazione di un più vasto programma, volto alla commissione di una serie indeterminata di delitti, […]
È configurabile il vincolo della continuazione tra il reato associativo e i singoli reati compiuti in attuazione del generico e indeterminato progetto di attività delittuosa che costituisce l’oggetto “sociale” dell’associazione delinquenziale, solo ove in concreto venga fornita la rigorosa prova della previsione dei singoli delitti-fine sin dal momento della costituzione del vincolo associativo (Trib. di […]
L’essenza stessa dell’associazione a delinquere è il programma delittuoso: nessuna rilevanza penale può avere un’associazione con scopi moralmente riprovevoli, ma non delittuosi (G.U.P. di Busto Arsizio, 22.02.2005, n. 107, caso “Bestie di Satana”). Ai fini della configurabilità del delitto di associazione per delinquere, è necessaria la predisposizione di un’organizzazione strutturale, sia pure minima, di uomini […]