Sussiste il meno grave delitto di esercizio arbitrario delle proprie ragioni previsto e punito dall’art. 393 c.p. solo qualora il soggetto abbia agito con l’intento di esercitare un preteso diritto, tutelabile davanti all’autorità giudiziaria, in assenza di tale elemento la condotta integra invece la più grave fattispecie di estorsione (Cass. pen., sez. II, 29.05.2014, n. […]

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La connotazione di una condotta come minacciosa e la sua idoneità a integrare l’elemento oggettivo dell’estorsione devono essere valutate in relazione a concrete circostanze, quali la personalità sopraffattrice dell’agente, l’ambiente in cui egli opera, l’ingiustizia della pretesa, la particolare situazione soggettiva della vittima, vista come persona di normale impressionabilità (Cass. pen., 10.04.2001, Massaro, Cass. pen. […]

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