Deve escludersi l’integrazione dell’aggravante di cui all’art. 61 n. 5 cod. pen. laddove la persona offesa, benchè si riscontrino significative fragilità caratteriali connesse alle pregresse esperienze di abbandono familiare, non presenti elementi concreti di minorata difesa, come si desume nella specie dal tenore delle sue conversazioni e degli scambi con i cosiddetti clienti (Trib. Milano, sez. V pen., sentenza n. 7739/2019).
“In tema di violenza sessuale in danno di minori, la circostanza aggravante della minore età di cui all’art. 609-bis, comma 2, n. 1, c.p. è compatibile con quella della minorata difesa di cui all’art. 61, comma 1, n. 5, c.p., in quanto la prima attiene ad una condizione soggettiva della vittima che deriva dallo stato anagrafico, mentre la seconda attribuisce rilievo a modalità d’azione connesse a situazioni oggettive e soggettive che prescindono dalla minore età in quanto tale” (Cass. pen., sez. III, n. 11509/2019).