DELITTI CONTRO LA PERSONA -VIOLENZA SESSUALE – MINORE ETÀ DELLA PERSONA OFFESA – DICHIARAZIONI DELLA PERSONA OFFESA (ART. 609 BIS, 609 TER C.P.)

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Ai fini di valutare l’attendibilità delle dichiarazioni della persona offesa minorenne rilevano non solo le dichiarazioni del minore ma anche l’espressione dei suoi sentimenti (la tristezza, l’agitazione, il disagio del minore avvertito dalla madre, la rabbia per il dubbio sul suo racconto). Non rilevano invece le contraddizioni del dichiarato se queste rispecchiano la spontaneità delle dichiarazioni e la risposta a domande circostanziate (Corte d’Appello di Milano, 21.02.2013, n. 1197).

Ai fini dell’attendibilità delle dichiarazioni accusatorie formulate da minori, sono irrilevanti le disarmonie, le incongruità e le improprietà dell’esposizione resa dalla persona offesa minorenne, ove la deposizione di quest’ultima sia munita di una propria coerenza strutturale interna, che ne garantisca la tenuta sotto il profilo logico-argomentativo (fattispecie relativa alle dichiarazioni accusatorie rese da un minore in una vicenda di violenza sessuale) (Cass. pen., sez. III, 20.10.2011, n. 8939).

E’ necessario un approfondimento particolare della validità della testimonianza del minorenne nelle ipotesi di procedimenti per presunti abusi sessuali, con specifico riferimento ai casi in cui, sulla base di un’unica fonte accusatoria, deve essere valutata la posizione dell’imputato, stabilendo la necessità di un approfondimento della testimonianza del minore attraverso l’indagine psicologica tendente ad accertare sia l’astratta capacità del minore di riferire fatti ed episodi di vita accaduti, sia la credibilità del medesimo, consistente nella possibilità di selezionare ed isolare eventuali elementi fantastici insiti nel racconto (fattispecie relativa all’accusa di violenza sessuale avanzata nei confronti del padre della vittima. A sostegno dell’accusa vi era esclusivamente la testimonianza della giovane vittima, che aveva solo due anni e undici mesi all’epoca delle prime dichiarazioni) (Cass. pen., sez. III, 5.10.2011, n. 42406).

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