Ai fini della condanna generica al risarcimento del danno in favore della parte civile, non è necessario che il danneggiato provi l’effettiva sussistenza dei danni e il nesso di causalità fra questi e la condotta illecita, essendo sufficiente l’accertamento di un fatto potenzialmente produttivo di conseguenze dannose. Tale pronuncia, infatti, costituisce una mera “declaratoria iuris” da cui esula ogni accertamento relativo alla misura e alla stessa esistenza del danno, che sono rimessi al giudice della liquidazione (Cass. pen., sez. II, 15.07.2020, n. 26769).
La condanna generica al risarcimento dei danni pronunciata dal giudice penale, non esige alcuna indagine in ordine alla concreta esistenza di un danno risarcibile, postulando soltanto l’accertamento della potenziale capacità lesiva del fatto dannoso e della esistenza di un nesso di causalità tra tale fatto e il pregiudizio lamentato (Cass. pen. sez. IV, 11.07.2019, n. 39734).