Principali orientamenti giurisprudenziali
Il soggetto dichiarante deve risultare intrinsecamente credibile, ovvero essere una persona equilibrata, priva di turbe psicotiche, avulsa da motivi di risentimento o di interesse nei confronti del soggetto accusato, ed estrinsecamente credibile, ovvero la sua testimonianza deve avere un contenuto logico e rispondente ad accertate circostanze di tempo e di luogo, che consentano di ritenerne la veridicità (Corte d’Appello Milano, sez. I, sent. n. 3722/06).
Il narrato della persona offesa dal reato dovrà, dunque, essere sottoposto ad un vaglio di attendibilità intrinseca particolarmente rigoroso, non essendo la stessa immune da sospetti in quanto portatrice di interessi antagonistici con quelli dell’imputato (Cass. pen., sez. VI, 6 ottobre 1999, n. 1423).
La deposizione della persona offesa può, anche da sola, essere posta a fondamento di una sentenza di condanna. Però, siccome la dichiarazione di quest’ultima è pur sempre portatrice di un interesse antagonistico a quello dell’imputato, è richiesto che la sua testimonianza sia sottoposta a un vaglio particolarmente rigoroso in ordine alla sua credibilità soggettiva e oggettiva che, qualora venga superato facendo ricorso se del caso a qualsiasi elemento di controllo ricavabile dal processo, la stessa potrà essere assunta anche da sola come fonte di prova (Trib. Napoli, sez. III, 1.06.2012, n. 7211).
La dichiarazione della parte lesa, allorché risulti contrastata da più elementi probatori, deve essere valutata con estremo rigore e il contenuto della stessa, a fronte degli elementi di contrasto, per essere positivamente apprezzato e utilizzato a fini probatori, deve essere sottoposto a verifica dettagliata e non accettato con generica giustificazione argomentativa, specie per l’evidente interesse accusatorio che inevitabilmente è connaturato alla testimonianza resa da persona portatrice di interessi confliggenti con quelli dell’imputato (Cass. pen., sez. III, 15.06.2011, n. 30032).