DELITTI CONTRO LA P.A. – ABUSIVO ESERCIZIO DI UNA PROFESSIONE – ATTI RELATIVAMENTE LIBERI (ART. 348 C.P.)

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Ai fini della configurazione del reato di cui all’art. 348 c.p., assumono rilevanza tutti gli atti comunque caratteristici di una data professione, ricomprendendosi fra gli stessi, oltre agli atti ad essa attribuiti in via esclusiva e il cui compimento integra il reato anche se avviene in modo isolato e gratuito, anche gli atti definiti relativamente liberi, nel senso che chiunque può compierli a titolo occasionale e gratuito ma il cui compimento, strumentalmente connesso alla professione, resta invece riservato se avviene in modo continuativo, organizzato e remunerato. Il giudice dovrà, quindi, valutare se l’atto possa essere considerato espressione di quella competenza e di quel patrimonio di conoscenze che il legislatore ha inteso tutelare attraverso l’individuazione della professione protetta, verificando in particolare con rigore se le modalità di esercizio rivelino all’esterno i caratteri tipici di quell’ordinamento professionale (Trib. di Bari, sez. II, 16.07.2012, n. 1558/12, caso “Arkeon”).

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